La Via Crucis con il Venerabile Emanuele Stablum

Per pregare insieme a Stablum nei venerdì di quaresima

La carità del Beato Luigi Monti nel servizio dei più fragili

E’ andata in onda su Radio Mater martedì 22 febbraio la puntata de: “L’alfabeto della carità: itinerario educativo alla scuola del Beato Luigi Maria Monti” con una particolare attenzione al servizio e all’accoglienza dei più fragili che contraddistingue il carisma montiano.

Fratel Aldo Genova ha raccolto le voci di numerosi ospiti:

  • Fratel Gianluca Ferrara che ha proposto una catechesi su Santa Bernadette;
  • Don Nicola Galante (che ha scritto di recente una preghiera a Padre Monti per la fine della pandemia) sulla pastorale della sanità;
  • Fratel Stefano sulla figura di Padre Ludovico Polat;
  • Padre Aleandro Paritanti con una catechesi su Padre Monti e Fratel Emanuele Stablum come operatori sanitari.

PREGHIERA AL BEATO LUIGI MONTI

Beato Luigi Monti, in un tempo convulso e inquieto, hai portato la luce del Vangelo, irradiando bagliori di speranza nel cuore dell’umano: donaci il gusto della sapienza, per guardare la storia con gli occhi di Dio e toccarla con mani unte di misericordia.

 

Beato Luigi, memore dell’anticipo di Amore riversato nella tua coscienza, hai vissuto con eroica carità la tua vocazione verso i malati e gli orfani, rischiando la vita come infermiere volontario nel servizio ai colerosi: aiutaci a farci dono per gli altri, fino a contagiare il mondo con la rivoluzione della tenerezza.

Beato Luigi, tu sei mite perché hai confidato nel “Dio galantuomo”: facci essere “allegri nel Signore benché avvolti nelle sofferenze e nei più grandi travagli e dispiaceri”, e veri devoti a Maria Immacolata, per vivere già qui ed ora, in uno stile sinodale, un barlume di Paradiso 

Amen!

Don Nicola Galante

don Nicola Galante

Un’esperienza in Bolivia e il Servizio Civile universale 2022 in Italia

Nella puntata di gennaio Fratel Aldo Genova ha ricordato la possibilità di presentare le domande per il Servizio Civile Universale 2022 per 12 mesi (retribuiti) presso le Case di Cantù e Erba.

Nell’occasione è stata riproposta l’intervista a Maria e Luigi che hanno svolto il loro servizio nel 2021 presso la Comunità di Cantù. I due ragazzi hanno raccontato la loro esperienza e le loro aspettative.

Padre Gianluca Ferrara è intervenuto con una catechesi sulla famiglia Montiana in occasione della festa della Sacra Famiglia.

Padre Gioacchino Santoro, in collegamento con la Bolivia ha proposto di fare un’esperienza di volontariato in Bolivia presso il Centro de Dia San Josè.

Fratel Ruggero ha ricordato Padre Sartori ad un anno dalla scomparsa così come Padre Giuseppe Renzi.

Scadenza domande per il Servizio Civile prorogata a febbraio

Le domande per l’iscrizione al Servizio Civile Universale potranno essere presentate entro il prossimo 10 febbraio h 14.

Questa proroga è  una notizia importante per tutti coloro (tra i 18 e i 29 anni) non avessero ancora deciso di intraprendere questa esperienza.

Ricordiamo che si tratta di un’opportunità che prevede una retribuzione di circa 400 euro al mese oltre alla possibilità di trovare una possibile strada per il proprio futuro.

Per qualsiasi informazione, chi fosse interessato a collaborare presso le nostre case di Cantù ed Erba per 12 mesi, il numero da contattare è 031/714132 ore ufficio (Alessandra).

 

Sequestrato il bambino Gesù! Giuseppe e Maria, insieme alla Comunità Emanuele lo cercano

Gesu-bambino-sparito

“Caro Gesù Bambino..” quasi sospiro queste 3 parole mentre guardo tutto dall’alto. Mi hanno insegnato alcuni anni fa che c’è una netta differenza tra vedere e guardare e quasi come un buon architetto d’interni cerco di comprendere se, dalla mia prospettiva, il presepe di quest’anno sia piacevole alla vista e tutto sia in perfetta armonia. “Caro Gesù Bambino..” ripeto mentre posizioniamo l’ultima ma più importante pietra. Abbiamo posizionato muschio, alberelli, le altre pietre e ora anche Tu “Caro Gesù Bambino” sei proprio il centro della scena.

Il presepe di quest’anno è stato proprio fatto con delle pietre. I ragazzi della Comunità Emanuele hanno dipinto a proprio piacere delle pietre scelte tra tante. Ciascuno ha voluto mettere in quei colori qualcosa che lo rappresenti: la bandiera del proprio lontano paese di provenienza, i colori di una loro passione ecc.

“Caro Gesù Bambino…” ora, una volta completo, il presepe grazie a Te sembra quasi prendere vita. Prima avevamo davanti “solo” delle pietre grigie, ora tutto è uno splendido colore. Ed è questo quello che vogliamo rappresentare: ognuno può “colorare” la vita degli altri. E noi cerchiamo di farlo ogni giorno con i “nostri” ragazzi.

“Caro Gesù Bambino…” all’improvviso ho quasi l’impressione che sia Tu a rivolgerti a me e ti osservo dall’alto con maggior attenzione avvicinandomi di più, mi pare quasi di sentire: “Prendimi!”. E allora comprendo meglio la scena che mi si pone davanti: un piccolo bambino con le braccia aperte che aspetta solo di essere preso in braccio.

Mi tornano alla mente le parole di Papa Francesco che ci sottolinea come un uomo deve guardare un altro uomo dall’alto solo quando si china su di lui per aiutarlo. “Caro Gesù Bambino…” la mia intenzione era quella di affidarti i nostri ragazzi e queste pietre che ti stanno intorno sono proprio loro. Toglierti di là sarebbe ritornare al grigio e perdere ogni colore che hanno appena conquistato.

Anche i giorni successivi passando accanto al nostro bel presepe quella voce che prima era solo un sospirare ora è sempre più una richiesta di aiuto: “Prendimi!” e Ti guardo ancora una volta dall’alto in basso. Ma resisto, i nostri ragazzi dovranno mantenere la luce dei loro colori.

È ormai passato il giorno di Natale e mi avvicino al presepe per sistemarlo un po’: qualche alberello si è piegato, un po’ di terra è caduta dalla cassetta di legno che la conteneva. Guardo ancora una volta quanto si presenta davanti a me dall’alto verso il basso. Non sento più quel “Prendimi!” dei giorni precedenti. Osservo le pietre (i nostri ragazzi) nei loro luminosi colori e mi accorgo che nella capanna, realizzata con corteccia di legno scartato, manca proprio la pietra principale sulla quale avevamo posto Gesù Bambino. Non capisco, guardo meglio, quasi lo chiamo: “Caro Gesù Bambino…”. E constato che quel Bambino non c’è più, è stato portato via. Ne parlo con i ragazzi che mi confermano che anche loro hanno notato questa cosa e mi domandano come possiamo provvedere.

Rifletto e comprendo. Quello spazio vuoto verrà occupato da ciascuno di noi che con la propria vita sarà capace di mantenere vivi i colori degli altri abbassandosi per soccorrerli.

I ragazzi mi hanno sorpreso: nella loro semplicità non mi hanno domandato dove fosse quella pietra ma solo come provvedere. Avevano compreso prima di me. Qualcuno, passando accanto a quel presepe, aveva sospirato con la sua vita grigia: “Caro Bambino Gesù” e si era sentito rispondere: “Prendimi! Darò colore alla tua vita”.