Con decreto del Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 169 del 13 febbraio 2024, è prorogato al 22 febbraio 2024, ore 14.00, il termine di presentazione delle domande di servizio civile universale previsto dall’art. 5 del Bando per la selezione di 52.236 operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale da realizzarsi in Italia e all’estero, pubblicato sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale in data 22 dicembre 2023.
Categoria: Novità
I Concettini alla Radio…. riascolta la puntata di maggio
L’intervista a Fratel Gianluca Ferrara
Nella puntata andata in onda martedì 25 maggio 2021 su RADIO MATER, Fratel Aldo ha avuto ospite Fratel Gianluca Ferrara, già direttore della Comunità di Cantù e oggi superiore del Santuario del Beato Luigi Monti di Saronno. Fratel Gianluca, sabato 05 giugno 2021 alle 18 per imposizione delle mani di S.E.R. Mons. Paolo Martinelli, Vicario Episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Milano, sarà ordinato Diacono.
Sono inoltre intervenuti Padre Aleandro Paritanti da Saronno, che ha proposto una catechesi sul rapporto tra il Beato Luigi Monti e la Madonna; Padre Jorge Romero e Fratel Ruggero Valentini sulla figura del Servo di Dio Fratel Emanuele Stablum.
16 Marzo 1950 – 16 marzo 2021: ricordando Fratel Emanuele Stablum….
Il servo di Dio Fratel Emanuele Stablum: il ricordo nel giorno dell’anniversario della sua morte
E’ l’amore che trasforma: un giovedì diverso dagli altri…
È un giovedì come tanti altri: negli Stati Uniti hanno appena finito di festeggiare i 100 anni dalla pubblicazione de “La lettera scarlatta”, un romanzo che è già divenuto un classico della letteratura statunitense. Nulla lascia presagire che, un giovedì come tanti altri, può rappresentare per alcuni l’inizio per altri la fine.
Domani sarà un venerdì di digiuno, tra poco meno di un mese alcuni festeggeranno la Pasqua altri no.
Ma oggi sembra proprio essere un giovedì come tanti altri. Ci sono persone che riescono a far sembrare un giorno come lo sono tanti altri, ci sono invece persone che riescono a rendere straordinario anche un giovedì qualunque. La vita sta riprendendosi chi alla morte ha strappato numerose vite: è giovedì 16 marzo 1950 e non sarà più ricordato come un giovedì come tanti altri.
La notte del 26 agosto del 1909 Emanuele Stablum la trascorre camminando sotto la pioggia, occorrono forze fresche, c’è la guerra ed il governo austriaco ha bisogno di piazzare dei cannoni a protezione contro le truppe italiane. Emanuele fa del suo meglio ma il lavoro manuale non è scritto nel libro della sua vita. Quella notte è un giovedì, per alcuni è un giovedì come tanti altri… per altri no.
È il 1915 quando vede svanire il suo desiderio più grande, diventare sacerdote. Al Signore, che sorride ai nostri programmi, non serve un sacerdote, serve un medico: Emanuele non comprende, eppure il Signore sta esaudendo in maniera diversa il suo desiderio. Egli desiderava stare con Dio come invitava a fare il Beato Luigi Maria Monti, morto pochi anni prima, e il Signore non solo gli permette di stare con Lui, ma addirittura gli concede di guardarLo negli occhi ogni giorno attraverso i malati e diviene così medico con Spirito sacerdotale.
“E’ l’amore che trasforma” dirà, convinto che l’amore con la A maiuscola sia l’incontro con Dio, l’incontro che ti mette a nudo e ti concede la possibilità di vedere ogni cosa in modo diverso, trasformato appunto.
“Le mie sofferenze sono tutte misericordie di Dio verso di me”, queste le parole di Emanuele al suo direttore spirituale. Ai tanti “perché” detti nel silenzio del suo cuore accettando la richiesta dei suoi superiori di intraprendere gli studi di medicina, la misericordia di Dio è la risposta più bella.
Gli anni 43-44 sono anni tremendi, la guerra riempie gli ospedali, un po’ come oggi per cause diverse. Le stanze sono stracolme di feriti ma ci sono ancora letti vuoti. Emanuele decide così che quei letti possono essere riempiti dell’amore di Dio. “Chi salva una vita salva il mondo intero”, un pigiama donato e fatto indossare di corsa ed ecco che decine di uomini destinati a morire per mano d’uomo proseguiranno la loro storia. Ed è emblematica la testimonianza che la signora Carla Di Nepi fa ricordando i suoi genitori salvati da Emanuele: “Se non fosse stato per padre Stablum, io non sarei qui oggi a raccontarvi la storia della mia famiglia”. Anche quello sembra essere un giovedì come tanti altri… per altri no.
C’è una porta, al secondo piano della Comunità di Cantù, con un cartello: “Comunità Emanuele”. Quella è la scritta più grande, ma ad un occhio più attento si possono scorgere molte traduzioni in diverse lingue della parola: “Benvenuto”. Sono per tutti i “figli” che “l’amore che trasforma” di Emanuele ha generato, perché il concezionista “è il papà degli orfani che diventano perciò suoi figliuoli: provvede ai bisogni dei sofferenti, li cura e li assiste con amore paterno perché essi pure, per il fatto stesso che sono colpiti dalla sventura e hanno bisogno di una mano pietosa e di un cuore amorevole e di una mente superiore a cui affidarsi completamente diventano suoi figliuoli di elezione e spesso anche suoi figliuoli spirituali rigenerati a Cristo”.
Ogni qualvolta si chiede ad uno dei ragazzi della Comunità Emanuele se sanno chi sia Emanuele Stablum ci si sente rispondere: “Chi? Quello con gli occhiali? Sarà un dottore… perché ha un camice!”. E quando poi si racconta la storia di questo uomo col camice e gli si domanda: “Sai che significa?”, la risposta è sempre la stessa: “Allora è grazie a lui se non sono in mezzo ad una strada e ho un posto sicuro dove stare”. Tre anni, compreso il noviziato, passati da Fratel Emanuele nella casa di Cantù e quello sguardo che ti segue attraverso la sua foto appesa poco prima di salire le scale per la Comunità che porta il suo nome, sembrano accompagnare ciascuno di questi suoi “figliuoli” ad affrontare le fatiche della vita.
Emanuele Stablum esala l’ultimo respiro da malato in un letto. Consumato dalla malattia che, destino beffardo, ha studiato per la sua tesi. Quel “tormento di un’anima” che come San Giuseppe Moscati ha saputo spesso ascoltare, questa volta è il suo, seppure lo tenga stretto tra i denti o meglio, da “cercare sempre tra le pieghe di un dolore”, perché questa è volontà di Dio, una volontà che Fratel Emanuele fatica a comprendere ma accetta e la fa sua.
È il 16 marzo del 1950: per alcuni quello è un giovedì come tanti altri…. Per altri no…
Preghiera per ottenere l’intercessione del Servo di Dio Emanuele Stablum
O Padre,
fonte della vita, ti ringraziamo per aver concesso al tuo servo Emanuele Stablum,
religioso e medico a te consacrato nel nome dell’Immacolata,
il dono di sanare il malato nell’anima e nel corpo e di essere pienamente obbediente
alla tua volontà nella prova della malattia e nell’ora della morte.
Concedi a noi, o Padre, per sua intercessione, di vivere nella fede l’amore verso gli infermi,
di godere sempre della salute fisica e spirituale e di ottenere la grazia che in particolare ti domandiamo.
Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen
Nel frastuono quotidiano un momento di silenzio
Da venerdì 5 febbraio alle 20.30 ricominciano, nel rispetto delle norme del Dpcm, “i primi venerdì del mese” presso i Concettini di Cantu’.
L’Adorazione Eucaristica silenziosa seguira’ alla celebrazione della Santa Messa.
Nella frenesia dei nostri impegni quotidiani, questo appuntamento può divenire, per ciascuno, una pausa ristorativa per l’anima.
La Comunità religiosa vi aspetta!
La mostra dei presepi dei Concettini….
Quest’anno non potendo aprire le nostre porte per la tradizionale mostra dei presepi, abbiamo deciso, con l’aiuto di alcuni operatori e ragazzi, di portare i presepi nelle vostre case.
Le foto sono state realizzate dalla fotografa Laura in un laboratorio di fotografia insieme ad alcuni ragazzi delle nostre comunità e del progetto della Bottega dei Concettini.
A Natale puoi…
Fare quello che non puoi fare mai….
È facile far seguire la seconda frase alla prima.. magari anche canticchiandola… Questo sarà però un Natale molto diverso dagli altri eh, diciamola tutta, un Natale che nessuno avrebbe mai immaginato. Credenti o non credenti, il Natale è per tutti un momento di gioia, un momento per stare in compagnia e perché no, un momento di relax. Si diventa tutti più buoni si dice di solito, che poi chissà perché, infondo non sappiamo se la famosa lista di Babbo Natale “buoni e cattivi” esista davvero. I regali, belli o brutti, costosi o meno costosi alla fine li riceviamo sempre un po’ tutti. Una fascia di buoni che sbucano fuori all’improvviso nelle corsie degli ipermercati per cercare il regalo da fare magari all’ultimo momento. C’è un regalo però che non si compra e stranamente sembra a volte quello per cui non si hanno mai i soldi a sufficienza: compiere una buona azione, essere gentili! Ora… proviamo insieme a salire sulla nostra sgangherata macchina del tempo e mettiamo la lancetta indietro di 2000 anni, riapriamo gli occhi e possiamo vedere tutte quelle persone che si accalcano alla grotta di Betlemme. Sicuri di vedere alcune persone portare doni e altre presentarsi a mani vuote? Se proviamo ad osservare attentamente ci accorgiamo che non è così… ciascuno a modo suo ha portato qualcosa. Arrivare lì nonostante le proprie fatiche non è portare qualcosa? Arrivare lì nonostante ci sia stata un’importante altra incombenza non è portare qualcosa? Arrivare lì è già portare qualcosa: è portare se stessi. E questa è una buona azione.
Il calendario della gentilezza
Un piccolo gesto nei confronti degli altri compiuto senza “nulla a pretendere” diviene per gli altri il dono più grande, diviene una consolazione, diviene gioia. Donando non ci si impoverisce ma ci si arricchisce. Qual è stata la tua ultima buona azione? E quale sarà la tua prossima? Se non sai da dove cominciare… beh noi ci abbiamo pensato per te: il calendario dell’avvento. Si proprio quello che da bambini si vorrebbe avere, perché aprendo la casella di ogni giorno si può gustare un buon cioccolatino. Ma stavolta nella casella ci troverai un dono più dolce: per ogni giorno una buona azione da compiere! Un gesto di gentilezza che può arricchire chi lo fa e chi lo riceve. Magari non sempre è facile “fare quello che non puoi fare mai” imparando però a farlo anche nel resto dell’anno. . Sarebbe bello accettare questa sfida e, arrivati a Natale, guardarsi indietro ricordando i volti delle persone che hanno ricevuto la nostra buona azione. Forse ci accorgeremo che, con la loro presenza sulla nostra strada, sono stati proprio loro a donarci qualcosa: renderci persone migliori.
G.M.